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Crisi e Attacchi d’Ansia, Sintomi e Come Gestirli

Gli attacchi d’ansia sono degli stati che rompono la normale quotidianità di un individuo comportando dei sintomi sia fisici che psichici: vediamo quali

A differenza della paura, che subentra di fronte ad un pericolo reale, l’ansia è qualcosa di indeterminato che, a volte si rapporta ad un evento reale, ma più spesso interviene senza che vi sia una precisa ragione esterna

L’ansia si definisce come uno stato d’animo sfuggente, mal definibile da parte di chi lo prova, che genera sensazioni di estrema fragilità ed impotenza. Si accompagna praticamente sempre ad una serie di disturbi somatici di varia natura che possono coesistere oppure comparire singolarmente, e condividono la stessa origine: gli attacchi d’ansia. Infatti, quando insorge una crisi d’ansia, il soggetto avverte un disagio fortissimo, inizialmente indefinito, che successivamente si concretizza a livello di vari apparati del corpo umano, fino ad arrivare alla percezione di morte imminente.

Tra le differenti tipologie dei disturbi d’ansia, ricordiamo quello da ansia da prestazione, che si verifica quando l’individuo non si sente mai all’altezza delle situazioni esistenziali e pertanto tende a ritirarsi in sé stesso, abbandonando progressivamente ogni contatto con l’esterno.

I disturbi d’ansia generalizzata (GAD) consistono in una condizione persistente di ansia, con eccessiva preoccupazione che il soggetto avverte nei confronti di qualsiasi evento debba affrontare. Si verificano inoltre: irrequietezza motoria, agitazione, astenia, difficoltà di concentrazione e disturbi del sonno.

Il decorso è generalmente prolungato nel tempo, anche per molti anni, con alternanza tra fasi di relativa tranquillità e picchi di esacerbazione sintomatologica.

Sicuramente il più conosciuto tra i disturbi di natura ansiosa, è il DAP (disturbo da attacchi di panico). L’attacco di panico si manifesta come un episodio acuto di intensa paura, che insorge all’improvviso e apparentemente senza una causa, raggiunge con rapidità (meno di dieci minuti, di solito due o tre) il suo acme, accompagnandosi ad un’intensa sintomatologia neurovegetativa, che si associa ad una percezione di terrore, di depersonalizzazione, di timore di perdere il controllo sulle proprie azioni e sui propri pensieri, e di impazzire. Tali violente sensazioni allontanano il soggetto dalla realtà circostante, proiettandolo in una dimensione appunto di panico totale. Il termine ”panico” deriva da Pan, che è il nome di una divinità greca rappresentativa del puro istinto irrazionale ed ingovernabile.

Gli attacchi d’ansia come si manifestano?

Continua a leggere per scoprirlo.

Attacchi d’Ansia Sintomi

I sintomi fisici degli attacchi d’ansia comprendono una vasta gamma di manifestazioni, che riguardano praticamente tutti gli apparati dell’organismo umano, e nel loro insieme costituiscono una manifestazione abbastanza tipica ed inequivocabile.

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A livello cardiocircolatorio, la sintomatologia dell’ansia si presenta con le seguenti alterazioni:

A livello respiratorio, il disturbo d’ansia da panico presenta:

  • sensazione di soffocamento
  • tachipnea (aumento della frequenza respiratoria)
  • nodo alla gola
  • oppressione toracica

Sull’apparato gastro intestinale, l’attacco d’ansia provoca:

  • secchezza delle fauci (diminuisce la produzione di saliva)
  • nausea
  • vomito
  • bolo esofageo
  • spasmi gastrici ed intestinali
  • diarrea
  • tenesmo rettale
  • blocco della digestione

A livello del sistema nervoso, i sintomi ansia si manifestano con:

  • ronzii auricolari
  • visione offuscata
  • iperestesia sensoriale (sensazione di formicolio diffuso)
  • tremori
  • sensazione di vertigini, di instabilità e di svenimento

Accanto a questa sintomatologia fisica, sussistono anche disturbi della sfera emotiva e cognitiva: il soggetto infatti si sente profondamente spaventato, cerca di ragionare per capire che cosa gli stia capitando, ma un terrore indefinibile lo paralizza; non ha alcun controllo sulle sue reazioni; si sente spersonalizzato e non riesce neppure a rapportarsi con gli altri per cercare aiuto. Questa chiusura in sé stesso, non fa che aggravare il suo stato.

Spesso il disturbo da attacco di panico si accompagna ad agorafobia, caratterizzata dal terrore che il soggetto prova quando si trova il luoghi da cui può essere impossibile fuggire o chiedere aiuto. Motivo per cui l’individuo mette in atto una serie di condotte evitatorie, eliminando dalla sua esistenza un numero sempre maggiore di eventi ed isolandosi sempre di più, fino al punto di non uscire da una stanza, eletta come rifugio sicuro. A volte i soggetti affetti da disturbi di questo tipo eleggono una persona di loro estrema fiducia come accompagnatore, con cui poter cercare di affrontare, almeno in parte, le proprie paure.

Gli attacchi d’ansia possono essere di varia natura: vediamo insieme quali.

Attacchi d’Ansia Improvvisi

Gli attacchi d’ansia sono quasi sempre improvvisi, anche se spesso annunciati da una sgradevole sensazione detta ansia anticipatoria.

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Il primo episodio, di sovente il più intenso, rimane impresso in maniera indelebile nella memoria del paziente, che tende ad elaborare il disturbo in chiave organica, dando inizio ad una serie di visite specialistiche e di accessi al pronto soccorso, di analisi e di indagini diagnostiche.

Attacchi d’Ansia Notturni

Gli attacchi d’ansia non raramente possono essere notturni, ed insorgono così proprio quando il soggetto è particolarmente indifeso, durante il sonno

Il risveglio avviene in maniera molto traumatica e spesso determina l’insorgenza di importanti episodi di insonnia, che si ripetono nel tempo con una certa costanza.

Attacchi d’Ansia Cause 

Secondo le più recenti correnti di pensiero, l’ansia nasce dalla difficile coesistenza tra essere ed esistere, rappresentando una componente intrinseca della condizione umana.

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Secondo alcuni studi, la causa principale degli attacchi d’ansia sarebbe da ricollegare al primo traumatico distacco: quello della nascita, considerato come il prototipo di ogni situazione ansiogena, la prima forzatura ad assumersi il peso dell’autonomia.

Altre cause potrebbero essere rappresentate da ogni separazione, perdita (lutto), rifiuto (non sentirsi accettati), stress di coppia, mancanza di autostima, ricordo struggente di un passato sempre migliore del presente, attesa penosa del futuro visto come carico di rischi insuperabili.

Esistono poi delle evidenze oggettive secondo cui, accanto ai motivi sopra citati, vi sarebbe anche una componente genetica predisponente per gli attacchi d’ansia, o quantomeno una certa familiarità costituzionale.

Ma come combattere gli attacchi d’ansia?

Leggilo nel prossimo capitolo.

Attacchi d’Ansia Cosa Fare 

Esistono molteplici opzioni sugli attacchi d’ansia e come gestirli mediante approcci terapeutici. Innanzi tutto è necessario distinguere tra trattamenti di tipo farmacologico oppure dialogico (psicoterapia).

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I rimedi farmacologici su come curare l’ansia appartengono fondamentalmente a due categorie: 

  • ansiolitici (benzodiazepine)
  • antidepressivi

Le benzodiazepine sono farmaci di sintesi con azione sintomatica, nel senso che curano il sintomo, arginando il disagio che ne deriva, ma non sono in grado di risolvere il problema all’origine, ovvero non sono efficaci sulla causa, in quanto non agiscono in profondità. Sono di solito prescritti per terapie a breve termine. Esistono molti tipi di benzodiazepine, con piccole differenze nella struttura chimica della molecola, responsabili probabilmente della diversa risposta individuale a un principio attivo piuttosto che a un altro. Si tratta comunque sempre di rimedi deputati ad attenuare e gestire l’ansia.

Gli antidepressivi, al contrario delle benzodiazepine, vengono considerati terapeutici in senso stretto poiché curano in profondità la causa scatenante dell’attacco d’ansia. Esistono differenti classi di antidepressivi: dai classici triciclici, ai poco usati I-MAO (inibitori delle monoaminossidasi, ormai superati per le troppe controindicazioni), ai più recenti e largamente usati serotoninergici selettivi (SSRI).

Le terapie con antidepressivi hanno lo svantaggio di essere efficaci dopo un certo lasso di tempo dall’inizio dell’assunzione: sono necessarie circa tre settimane prima che il farmaco manifesti l’effetto, attenuando la sintomatologia nel paziente. Gli ansiolitici invece risultano efficaci dopo poche ore (o addirittura minuti) dall’assunzione. Altro svantaggio di questi preparati è rappresentato dalla durata della terapia, generalmente parecchi mesi o anche anni, e comunque si protrae anche dopo la remissione dei sintomi, per scongiurare la comparsa di ricadute. Usualmente si raccomanda una terapia di mantenimento, a dosaggi ridotti, di uno o due anni, anche se il disturbo d’ansia, secondo alcune ricerche, può permanere per tutta la vita, riaffiorando qualora eventi esterni ne causino la ricomparsa.

Gli antidepressivi vengono a ragione considerati i farmaci più efficaci per la risoluzione a lungo termine dei disturbi ansiosi in quanto agiscono sull’assetto dei neuromediatori sinaptici. Infatti è stato evidenziato da numerosi studi che, alla base dell’ansia, sussistono delle anomalie oggettive a carico dei neuromediatori.

Anche i beta bloccanti possono essere prescritti per i disturbi legati all’ansia, in particolare per la componente cardio vascolare, in quanto hanno un ruolo regolarizzatore sull’attività del cuore.

Quando si parla di attacchi d’ansia e rimedi, parallelamente ai farmaci tradizionali, possono essere trattati anche con preparati omeopatici, la cui efficacia non sempre è stata riconosciuta, ma che spesso vengono affiancati ai farmaci di sintesi. Può essere unicamente il medico omeopata, dopo attenta anamnesi, a prescrivere idonei rimedi omeopatici. Anche i fiori di Bach vengono utilizzati nei casi di disturbi causati dall’ansia, in particolare il Rescue Remedy, uno dei preparati più diffusi nelle terapie ansiolitiche.

Accanto alle terapie farmacologiche, molti medici consigliano anche un approccio di tipo dialogico, ovvero delle sedute di psicoterapia, che possono essere effettuate presso psicologi o psichiatri. Mentre nel primo caso il percorso terapeutico si basa unicamente sul dialogo senza impiego di farmaci, nel secondo caso, invece, il dialogo può venire affiancato da preparati farmacologici.

Efficaci si sono rivelate anche le terapie comportamentali, basate sulla desensibilizzazione sistematica della causa scatenante l’ansia, che consiste nell’esposizione graduale a tale situazione mediante tecniche che inducono una sorta di tolleranza nei confronti dello stimolo.

Esiste poi la possibilità di effettuare sedute di psicoterapia cognitiva di gruppo, allo scopo di rapportare il proprio vissuto con quello di altri individui affetti da disturbi similari. In alcuni casi si è tentato anche un approccio con l’ipnosi, che mira alla rielaborazione dell’esperienza traumatica causante gli attacchi d’ansia. Infine, anche se con le dovute limitazioni, alcune recenti ricerche scientifiche hanno evidenziato l’importanza di una dieta ottimale, ricca di sostanze nutritive integrali e di antiossidanti, che, anche se non risolutiva, può comunque dimostrarsi un valido aiuto per la salute psicofisica dell’individuo.

Hai mai avuto un attacco d’ansia? Come hai reagito? Scrivilo in un commento e condividi la guida se l’hai ritenuta interessante.