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Perfetti Sconosciuti, Quante Vite Nasconde una Persona?

Il film Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese, dimostra come le persone che pensiamo di conoscere da sempre, molto spesso nascondano una doppia vita

La frase che riassume in breve il senso del film completo Perfetti sconosciuti non la dice nessuno degli attori ma è lì impressa sullo schermo.

“Ognuno di noi ha tre vite, una pubblica, una privata e una segreta”.

Il film svela ciò che si muove dietro le apparenze e i mille volti che si possono offrire al prossimo, senza però mai mostrare se stessi. 

L’idea del film pare sia venuta a Paolo Genovese in seguito ad un incidente di un amico, che portato in ospedale, ha visto stravolgere la propria esistenza.

Il motivo?

Le infermiere hanno consegnato a sua moglie il suo telefonino e lei ha scoperto verità scottanti su di lui. Impossibile non leggere un riferimento al fulcro centrale del film, in cui il partner o l’amico che crediamo di conoscere da sempre e che non abbia segreti per noi, diventa invece all’improvviso un perfetto sconosciuto.

La trama del Film Perfetti Sconosciuti

Da quando è uscito nelle sale cinematografiche, esattamente nel 2016, è possibile visionare Perfetti sconosciuti in streaming su diverse piattaforme. Il motivo di questa diffusione capillare è l’attualità del tema trattato.

perfetti sconosciuti trama

Eva e Rocco invitano a cena amici di vecchia data per passare una serata insieme. In realtà ad essere amici da sempre sono i quattro maschi, compagni di scuola, ormai quarantenni. Le donne si sono aggiunte dopo e si sono inserite in modo diverso nelle dinamiche del gruppo.

Durante la cena si discute della separazione di una coppia assente avvenuta a causa di un tradimento scoperto con la lettura di un sms sul cellulare. Tutti sostengono di non avere segreti e che amici, mariti e mogli conoscono tutto dell’altro e addirittura c’è anche chi, all’interno del gruppo, fa intendere che la propria vita è anche troppo banale e che forse nascondere qualcosa darebbe alla quotidianità un’energia diversa.

Questo modo di affrontare l’argomento però, non convince tutti. A questo punto infatti Eva, che pensa che nella vita di ciascuno ci sia qualcosa di nascosto, propone di mettere i propri smartphone sul tavolo e di fare ascoltare a tutti le telefonate che si riceveranno nel corso della serata. Non solo: per rendere più evidente il fatto che c’è molto della vita dell’altro che amici, mogli e mariti non conoscono, propone anche di leggere ad alta voce gli eventuali messaggi ricevuti.

I partecipanti alla cena, tre coppie e un single, si mostrano titubanti, ma non accettare vorrebbe dire ammettere l’esistenza di una doppia vita. Si scopre così, con messaggi e telefonate ricevuti, quanto le apparenze mostrino qualcosa che in realtà non esiste.

Verrà alla luce che Rocco si fa seguire da un’analista e che sua moglie, Eva a sua volta analista, non ne sa nulla. Eva d’altro canto ha intenzione di rifarsi il seno ma non si rivolgerà a suo marito Rocco, chirurgo plastico, ma da un altro professionista. Questi però non sono gli unici segreti della coppia che emergono, poiché con il tempo Eva e Rocco si sono creati anche in famiglia rapporti e situazioni che nascondono all’altro.

Quello che inizialmente doveva essere solo un gioco, piano piano si trasforma in una confessione di tradimenti e meschinità che appartengono al mondo delle coppie.

I protagonisti del film finiscono intrappolati in un meccanismo complesso in cui non riescono più a gestire la montagna di menzogne che hanno costruito. Tutti hanno gestito le difficoltà di coppia mentendo. Gli amici si troveranno a discutere di tutto, anche dell’omosessualità di uno di loro, scontrandosi con i loro pregiudizi.

Nel mondo virtuale degli altri ci sono anche foto erotiche e messaggi che evidenziano rapporti con i figli del tutto sconosciuti all’altro genitore. Sms, chat, whatsapp, mail, sms, selfie, skype, ma in generale tutti i social, mostrano tutto il loro potenziale pericoloso nel momento in cui, forse con troppa superficialità, i protagonisti del film affidano al mondo virtuale una serie di confidenze e segreti.

Siamo però sicuri che si tratti di un mondo virtuale?

Il film mostra proprio questo, e cioè che ciò che sembra un gioco è reale e soprattutto rende evidente che non esiste un modo per nascondere se stessi.

Il film di Paolo Genovese apre le porte ad un mondo in cui appare stridente il rapporto tra ciò che vogliamo essere e ciò che siamo.

I personaggi sono molto più complessi di quanto appaino all’inizio, infatti il film ne mette in luce le diverse sfaccettature, le fragilità umane e le piccolezze in cui gli spettatori inevitabilmente si riconoscono.

Impossibile non chiedersi al termine della visione del film cosa potrebbe accedermi se anche io partecipassi al gioco?

Le recensioni di Perfetti sconosciuti, così come i commenti della critica, sono stati unanimi nel ritenere questo tema molto attuale. È però il modo in cui è stato trattato a fare la differenza e a determinarne il successo, rendendolo un cult. La storia infatti sembra essere sempre al limite tra commedia e dramma, perfettamente in linea con le nevrosi e i problemi dei nostri tempi. Emerge anche una contrapposizione tra uomini e donne, espressa però in modo molto semplicistico. Le donne infatti, durante la cena, accusano gli uomini di avere una somiglianza con il sistema operativo Windows che prende dei virus e non è in grado di fare molte funzioni contemporaneamente. Al Windows si contrappone l’efficiente Mac, creativo, troppo costoso e che secondo alcuni personaggi del film esprime al meglio il mondo femminile. 

Il Trailer di Perfetti Sconosciuti

 

Perfetti Sconosciuti, il Cast

Il cast del film Perfetti sconosciuti è di grande spessore.

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Ci sono attori che ormai hanno conquistato il pubblico con precedenti interpretazioni, tra cui Giuseppe Battiston che riesce a trasmettere perfettamente la delicatezza del suo personaggio e la sua fragilità. Battiston, che nel film interpreta Peppe, l’unico che si presenta alla cena senza la tanto attesa compagna nasconde un importante segreto. È la scoperta della sua vita nascosta a mettere in crisi il rapporto con gli amici. Peppe è un insegnante di ginnastica sovrappeso e disoccupato, usa l’autoironia per mascherarsi, e per nascondersi da chi è sempre pronto a giudicarlo.

Edoardo Leo dà al suo personaggio, Cosimo, il realismo necessario per renderlo credibile: si tratta di un quarantenne affarista senza alcun talento che attualmente fa il tassista e con una via sentimentale tormentata. La sua omofobia scuoterà il gruppo così come le altre verità che verranno fuorinel corso della serata. Sua moglie Bianca, l’attrice Alba Rohrwacher, sente il suo ex all’insaputa del marito, la loro chat erotica e bollente verrà alla luce nel corso della serata.

Carlotta, interpretata da Anna Foglietta, è una donna che ha alle spalle un omicidio stradale e che intrattiene relazioni on line. Valerio Mastandrea è Lele, suo marito, che si è assunto la responsabilità dell’omicidio della moglie per proteggerla e per tutelare la sua famiglia, probabilmente per discopparsi della sua seconda vita.

Insomma nessuno può dirsi al di sopra di ogni sospetto. Anche gli altri ospiti della cena nascondono verità inaspettate. I due padroni di casa Eva e Rocco che sono interpretati da Kasia Smutniak e da Marco Giallini, sono al pari dei loro ospiti coinvolti in un gioco ingestibile.

Il film è un successo corale dovuto alle interpretazioni dei personaggi, alla sceneggiatura credibile e allo spessore del regista. Il David di Donatello del 2016 è la consacrazione dell’alchimia del gruppo.

Perfetti sconosciuti ha avuto ottimi incassi anche in Europa, in Cina e in America, con la conferma che i prodotti di qualità non vengono mai ignorati da critica e pubblico.

L’intera pellicola, che dura 97 minuti, si svolge interamente in una stanza, un living che diventa per i personaggi il centro delle loro inevitabili discussioni e delle loro rivelazioni. L’ambiente ristretto non è opprimente e ingombrante, ma riesce a conferire ai personaggi la giusta intimità. Contribuisce al successo il finale a sorpresa, per nulla banale. 

Il mondo virtuale può nascondere e più facilmente può dare corpo a fantasie e situazioni solo immaginate. Questa consapevolezza è ormai di tutti. Non serve uscire di casa per vivere altre realtà, queste ormai sono disponibili con un clic. Non è difficile entrare in un mondo, che all’inizio sembra eccitante e trasgressivo, ma che in poche settimane può diventare fagocitante e ingestibile. È questa dinamica che il film mette a nudo, la superficialità con cui ci si rivolge ai social per darsi un’altra veste, un’altra immagine. Gli attori del film Perfetti sconosciuti danno una visione chiara di quanto i social, da veicolatori rapidi di informazioni e immagini, siano diventati insostituibili nelle relazioni sia lavorative che personali. Sta a tutti noi non superare il limite invisibile che delimita il gioco dal pericolo, e a non fare del cellulare la scatola nera della nostra vita.

Vediamo adesso alcune delle frasi di Perfetti sconosciuti.

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Il film Perfetti sconosciuti raggiunge alcuni momenti di vera ilarità.

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Quando il cellulare di Carlotta squilla e sullo schermo gli amici leggono Steve Jobs, Rocco dice rivolto al gruppo: “Steve Jobs, ma non era morto?” e a quel punto Lele, il marito di Carlotta risponde “E sì, perché se pure era vivo chiamava mi’ moie!“, scoprendo che era il modo in cui era stato salvato il nome del tecnico del computer.

Il ritmo della comicità è ben tenuto da tutti gli attori, perché emerge una capacità di farsi da spalla e di smorzare le tensioni della serata che è una delle chiavi del successo del film.

Quando Eva fa al gruppo la domanda provocatoria “Quante coppie si sfascerebbero se uno dei due guardasse nel cellulare dell’altro?” lo sguardo degli amici mette a nudo le insicurezze di tutti. C’è chi smorza la tensione con il cinismo, chi si schernisce, ma tutti restano interdetti.

La frase che Rocco dice alla moglie Eva è una sintesi di saggezza di cui non si può tenere conto quando si riflette sul film: “Però una cosa importante l’ho imparata. Non trasformare ogni discussione in una lotta di supremazia. Non credo che sia debole chi è disposto a cedere, anzi, è pure saggio. Le uniche coppie che vedo durare sono quelle dove uno dei due, non importa chi, riesce a fare un passo indietro. E invece sta un passo avanti“.

Sembra essere sintetizzata in questa frase la ricetta per la felicità di coppia. Capire quando non insistere, quando la discussione è sterile e cercare altre strade per incontrarsi. La difficoltà maggiore sta nel non aspettare che il passo indietro lo faccia sempre l’altro. Insomma cedere, anche se non sempre, non è sinonimo di debolezza, ma di forza e di sicurezza in se stessi e nella coppia.

E tu, metteresti mai il tuo telefono al centro di un tavolo in modo che le persone a te care possano leggere messaggi ed ascoltare eventuali telefonate?