23 marzo 1923

Mentre l’amico caro attraversava
l’ultimo viale (filare di nodosi
addii) – più grandi degli sguardi
erano gli occhi.
Mentre l’amico amato doppiava
l’estremo promontorio (di sospiri
della mente: torna!) – più grandi delle mani
erano i gesti.
Quasi le braccia volessero lasciare
le spalle e le labbra – indietro,
a supplicare! Lottava con la lingua
la parola, il palmo con le dita…
Mentre l’ospite tenero passava…
– Signore, posa lo sguardo su di noi! –
le lacrime erano più enormi
di occhi umani, e delle stelle
sull’oceano

Marina Ivanovna Cvetaeva

La porta è socchiusa

La porta è socchiusa,
dolce respiro dei tigli…
Sul tavolo, dimenticati,
un frustino ed un guanto.
Giallo cerchio del lume…
tendo l’orecchio ai fruscii.
Perché sei andato via?
Non comprendo…
Luminoso e lieto
domani sarà il mattino.
Questa vita è stupenda,
sii dunque saggio cuore.
Tu sei prostrato, batti
più sordo, più a rilento…
Sai, ho letto
che le anime sono immortali

Marina Ivanovna Cvetaeva